10 marzo 2011

Fare musica digitale (6)

  IL PIANO

Come detto, per esercitarci e capire le funzioni del sequencer useremo MIDI file pubblici provenienti dalla rete.
Per lavorare sul Piano ho scelto 'Per Elisa'.
Il brano di Ludwig van Beethoven è una bagatella in La minore composta nel 1810 e pubblicata come WoO 59, conosciuta da tutti come Per Elisa. Per farvi capire l'enorme differenza che può derivare dal diverso uso di un sequencer useremo due file MIDI dello stesso brano. Il primo è un file meccanico probabilmente frutto di una decodifica automatica, mentre il secondo file è frutto di una vera e propria esecuzione da parte di un pianista.
Potete prelevare i due file dal link quì sotto e salvarli nella vostra cartella di studio, se non ne avete ancora una createla adesso.

Capitolo 6: Per Elisa MIDI.
Il file automatico.

Capitolo 6: Fur Elise MIDI.
Link originale: http://it.wikipedia.org/wiki/File:F%C3%BCr_Elise.mid
L'autore del nostro secondo MIDI file è Michael Bednarek che l'ha messa a disposizione per pubblico dominio.

Importate il primo file -Per Elisa MIDI- nel sequencer (importa file MIDI). Tutti i sequencer possono importare i file MIDI, purtroppo per alcuni vedi il caso del nostro LMMS non c'è la possibilità di esportarli, peccato, una mancanza che magari verrà corretta nelle versioni future. Dovrebbero comparire due tracce strumentali + le automazioni. La traccia della mano destra e quella della mano sinistra.
Il file MIDI in questione è certamente frutto di un'operazione tecnica e lo si capisce dal fatto che nessun pianista registrerebbe due tracce separate per mano destra e sinistra, e anche dalla quasi mancanza di profondità nell'esecuzione. La gamma volumetrica dei piani e dei forti è talmente piccola che non si sente nessuna variazione d'intensità. In una vera esecuzione i valori di volume delle note risulterebbero molto frastagliati con altezze diverse per ogni nota. (Più avanti quando caricheremo il secondo MIDI file ne avremo la dimostrazione concreta.)
Cliccando due volte sulle tracce nell'Editor Song si apre il piano-roll. Potete verificare che quasi tutte le note nelle due parti sono registrate ad un livello di volume simile, cosa impossibile nel caso che si fosse registrata una vera esecuzione live (foto 11).

foto 11:



L'altro caso in cui può verificarsi una tale uniformità succede nelle registrazioni fatte attraverso una tastiera MIDI che non possiede la risposta al tocco, quindi una tastiera senza i tasti pesati. La differenza tra una tastiera con tasti pesati e non, è che in fase di registrazione quella con i tasti pesati registra anche il valore di percussione sui tasti mentre quella senza tasti pesati registra su un unico livello di volume.

Se ancora non l'avete fatto abbinate alle due tracce il nostro banco di suoni mega145.sf2. Mettete in play e ascoltate. Per avvicinarci a come risulterebbe un piano vero notate come è stato spostato leggermente il pan della traccia mano destra, la prima traccia, verso destra e quello della traccia mano sinistra a sinistra. Un vero piano, ponendo il caso di essere al posto del musicista che lo suona quindi posizionato al centro della tastiera, ha le note alte a sinistra e quelle basse a destra, divaricando leggermente i pan avete anche voi la pseudo sensazione di ascoltare quello che sentirebbe il pianista, con le note acute più presenti all'orecchio destro e le note gravi più presenti all'orecchio sinistro.

La cosa corretta di questo primo MIDI file è la metrica di 3/8, tre ottavi nel TIME SIGN, come nella partitura originale. L'altro elemento utile da considerare è l'uso dell'automazione del tempo. Ascoltando la riproduzione vi accorgerete che in più punti sono stati inseriti dei rallentamenti e delle accelerazioni per cercare di imitare la stesura originale. Per vedere com'è fatta la curva dell'automazione in LMMS cliccate col destro su TEMPO/BPM e scegliete la voce 'Modifica l'automazione globale della traccia'. Nella finestra Editor del tempo potrete seguire la linea creata per fare i rallentamenti e le accelerazioni.

Passiamo al secondo file.
Importiamo il file -Fur Elise MIDI- in un nuovo progetto e ci accorgiamo subito che è formato da una sola traccia, niente automazioni, e che il tempo non è corretto. Il BPM segna come metrica 4/4. Nella stesura originale il pezzo è stato scritto in 3/8. Perchè mai è stato registrato il brano con un tempo sbagliato?
Per rispondere a questa domanda è sufficiente che apriate il Piano-roll della traccia. Come vedete ci sono un sacco di differenze rispetto al primo file anche se tutti e due suonano la stessa canzone. Il fatto è che questa seconda versione è in realtà una versione reale, di un pianista che ha suonato pigiando sui tasti. La frastagliatura del valore delle note ne è la conferma (foto 12).

foto 12:


Probabilmente per l'esecutore non era importante assegnare un tempo fisso all'esecuzione, ha usato il tempo nella sua impostazione di default per poter fare un'esecuzione libera. In questo modo ha potuto suonare la partitura senza preoccuparsi di seguire un metronomo che scandiva il tempo, come in una vera esecuzione live.
Mettendo in play questo secondo file avrete la sensazione di ascoltare un pianista in carne ed ossa che suona, mentre nel primo esempio si coglie da subito l'aspetto meccanico.

Per rendere più piacevole e veritiero il suono del piano ci sarebbero da adottare due piccoli accorgimenti:
In qualsiasi luogo immaginiate che possa essere posizionato un piano reale questo risponderà a tutte le influenze dell'ambiente dov'è messo. Il suono naturale è quindi soggetto a ritardi e/o riverberi.
Nel caso dell'LMMS, nella finestra Mixer cliccate su -Aggiungi effetto- (a destra nella finestra) e si aprirà la tavola dei plug-in effetti che il programma vi mette a disposizione.
Aggiungete quindi un leggero riverbero, per esempio usando il -Calf Reverb LADSPA- (regolate il potenziometro del Wet Amount vicino a 1), e per evitare che in alcuni punti il suono entri in distorsione sotto al plug-in riverbero aggiungete anche il -C* Clip-, un compressore che evita il **clipping.
Adoperate effetti simili nel vostro sequencer.

**Il clipping, di cui si è parlato sopra, si verifica quando il suono in alcuni punti supera il valore di 0(zero). Nell'audio digitale 0(zero), è il limite massimo di volume buono oltre il quale il suono va in distorsione o produce appunto dei clip di rumore.

L'aggiunta degli effetti Plug-in per uno Strumento andrebbe fatta fondamentalmente sulle tracce FX di quello strumento nel Mixer. Nel nostro caso, visto che usiamo un solo strumento, il piano, e non abbiamo impostato le uscite FX è possibile aggiungere gli effetti anche alle master out, le uscite stereo principali.
Basta un leggero riverbero a darvi l'emozione di un piano quasi reale.
Per rendere l'ascolto ancora più realistico basterebbe caricare nel nostro lettore di soudfont un campionamento professionale di piano, e l'emozione potrebbe sorprendervi.

Per finire salvate i progetti nella vostra cartella di studio.
-- Salva come -- nome del file (es: pianostudio1, pianostudio2) --.
Per imparare a suonare il piano ci vogliono anni di studio tuttavia potrebbe essere molto utile, e per certi versi anche divertente, studiare con l'apporto sempre più voluminoso di file MIDI messi a disposizione liberamente dalla rete.

Per quanto riguarda il Piano ci fermiamo qui. E' stata presentata un'infarinatura su come caricarlo, analizzarlo, come cercare di rendere il suono più realistico e come sia possibile studiare dei pezzi usando i file MIDI.

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